Il 9 Settembre del 2019 è venuto a mancare il più grande fotografo svizzero che ha conquistato l’america e il mondo intero. Questo fotografo ha il nome di Robert Frank ed in questo articolo ho deciso di elencarti i 5 insegnamenti che hanno cambiato il mondo della fotografia.
Basta solo nominare il reportage “The Americans” per rendersi conto dell’importanza del fotografo, Robert Frank è conosciuto in tutto il mondo, non solo dagli appassionati di fotografia, ma da chiunque sappia apprezzare l’arte. Ha letteralmente conquistato l’america con i suoi progetti, ma è rimasto nel cuore di tutti noi per il suo stile inconfondibile e imitato dai fotografi contemporanei.
I suoi reportage fotografici hanno fatto scuola a molti fotografi degli ultimi decenni, ma bisogna sottolineare che la sua attività ha superato quasi i 50 anni di carriera. Nato nel 1924, dopo pochi anni della fine della seconda guerra mondiale inizia a percorrere gli Stati Uniti a bordo della sua vecchia Ford con l’immancabile Leica 35mm percorrendo più di 48 Stati.
In 365 giorni riusci a scattare quasi 30 mila foto, selezionandone solamente 83 per il suo progetto più grande di sempre. L’intenzione era quella di evidenziare la vera America, quella dei problemi, delle difficoltà. Un America molto diversa da quella che volevano far apparire all’esterno.
Il cinema Hollywoodiano ha creato una realtà irreale del mondo americano, fingendo un benessere collettivo e una situazione di stabilità economica e finanziaria migliore di tutto il mondo. Robert Frank non accetto questa situazione e con il suo progetto aveva tutta l’intenzione di mostrare la realtà dei fatti.
Non ebbe vita facile logicamente, venne addirittura bloccato da potenti agenzie, come la stessa Magnum, giudicando i suoi lavori come non validi e tecnicamente sbagliati. Addirittura anche la storica rivista Life si rifiutò di pubblicare i suoi lavori fotografici.
Ma nel 1957 riuscì a pubblicare in Europa il suo capolavoro “The Americans” raccogliendo dalla critica, sopratutto quella americana, molti apprezzamenti per il lavoro svolto. La sua genuinità senza filtri raccontava come viveva la gente negli Stati Uniti, lontano da come veniva raccontata dalla televisione o dal cinema.
La tecnica di Robert Frank
Lo stile del fotografo Robert Frank non si può definire prettamente pulito o lineare, anzi, i suoi scatti erano quasi casuali, con immagini apparentemente sfocate e imprecise ma con un senso ben preciso alla fine. Uno stile rivoluzionario e funzionale al messaggio inviato.
Grazie proprio a questo stile “sporco” la Street Photography inizia ad avere un sapore diverso, tanto che al fotografo venne attribuito il nominativo come “primo fotografo di strada della storia”.
I libri di Robert Frank sono ricchi di questi insegnamenti, foto che documentano il suo stile e quello che voleva trasmettere.
Ma vediamo ora quali sono i 5 insegnamenti di Robert Frank che hanno segnato la storia della fotografia.
L’ispirazione è il primo passo
Puoi avere tutta la tecnica del mondo, puoi aver seguito tutti i corsi di fotografia o aver acquistato la migliore macchina fotografica di sempre, ma se non hai la giusta ispirazione non riuscirai mai a trasmettere la giusta importanza ad uno scatto. Il risultato finale non sarà mai come lo avevi desiderato.
La foto è solo il rush finale, prima ci sono tanti piccoli passaggi: come la ricerca della luce o della situazione ideale che combinati in maniera diversa producono dei risultati completamente diversi.
Quindi non imparare solo la tecnica, ma segui i grandi fotografi, anche fisicamente. Fagli da assistente per vedere da più vicino come viene prodotta una foto di qualità.
Fai qualcosa di diverso
Va bene seguire i consigli degli altri fotografi, ma se vuoi emergere devi fare qualcosa che nessuno ha mai fatto prima, come proprio denunciare una situazione sociale che nessuno aveva ancora fotografato. Non devi scattare foto che gli altri si aspettano, ma devi avere uno sfogo creativo per far vedere agli altri il tuo messaggio.
Fidati, non devi sentirti apprezzato per i like su Facebook o Instagram, devi credere fermamente in quello che fai. Pensa a The Americans, bistrattato come progetto inizialmente, per poi diventare uno dei manuali fotografici più importanti di sempre.
Non devi essere invadente
Sappiamo benissimo al giorno d’oggi quanto è difficile fare una buona Street Photography. Nelle interviste a Luc Kordas e Alex Webb il perno principale è sempre stato quello di non farsi notare mentre si fotografa una persona.
Purtroppo, e per fortuna, al giorno d’oggi il concetto di privacy è ben diverso ed è quasi sempre meglio farsi firmare una liberatoria fotografica per stare tranquilli se si riprende il volto di qualcuno che è inconsapevole dello scatto.
Ma puoi ricorrere ad un trucchetto, chiedere alle persone prima di farsi fotografare, in modo da non destare nessun fastidio e di mettere subito in chiaro le cose evitando sorprese future.
Le regole esistono per essere infrante
Cogli l’istante, sarebbe orgoglioso Bresson di queste parole. Negli scatti di Robert Frank si vede nitidamente la scarsa attenzione alla tecnica e di tutta l’intenzione di riuscire a riprendere il momento. Foto quasi sfocate, inquadrature decentrate. Se guardiamo le sue foto e vediamo gli insegnamenti della regola dei terzi o della sezione aurea ci accorgiamo che non sono quasi mai stati rispettati.
Per questo ripeto, le regole esistono per essere infrante.
Racconta la realtà senza filtri
Non aver paura di denunciare una differenza sociale o qualche evento in particolare. Magari inizialmente avrai la strada più difficile davanti, ma ti starai ritagliando uno spazio nella critica come una voce diversa dal coro. Un coraggio che in pochi fotografi hanno.
Il capolavoro The Americans ha espresso proprio questo concetto.
Per rendere ancora più omaggio al grande fotografo qui sotto ti inserisco le frasi più importanti di Robert Frank per darti una maggior ispirazione.
Curiosità di Robert Frank
Non solo foto per farsi ispirare, ma anche la sua storia e le sue parole. Per questo qui sotto ti aggiungo questo splendido documentario che racconta la sua vita e le sue idee e le frasi più famose che ha pronunciato.
Documentario su Frank
Ho trovato questo documentario sul grande maestro Robert Frank, da vedere assolutamente!
Frasi di Robert Frank
- “Un europeo alla conquista dell’America”
- “Walker Evans sicuramente m’ha ispirato. Avendo lavorato con Evans fui veramente coinvolto dal suo modo di fotografare le persone. Qualche volta l’avevo aiutato a realizzare scatti, vicino New York o presso alcuni stabilimenti. Ne ricordo ancora alcuni, di quelli che aveva fotografato. Il suo modo di lavorare e il risultato dei suoi lavori destarono in me una grande impressione, ecco cosa mi ispirò veramente”.
- Alcune mie foto sono fuori fuoco e, tecnicamente parlando, alcuni ritengono che le mie inquadrature non siano corrette. Ma volevo rompere con i formalismi e con un modo di fotografare convenzionale. Ma in fondo si è del tutto liberi e il fotografare comporta dei rischi. Non è che si sta facendo una foto alla propria sorella; probabilmente il rischio si corre perché non si sta scattando nel modo in cui le persone si aspettano. S’imbocca un percorso diverso e ciò implica alcuni rischi. Un artista che non sia disposto a rischiare non può definirsi tale”.
- “La fotografia può rivelare molto. È l’invasione della privacy della gente. Di conseguenza, c’era un elemento di mestiere. Mi sentivo come un detective o una spia. Sì! Spesso ho avuto momenti spiacevoli. Nessuno mi ha dato problemi, perché avevo un talento per non essere notato. La mia macchina era una Leica 35mm. Ho adorato quella macchina. Era come qualsiasi auto, non appariscente”.
- “La maggior parte delle mie fotografie sono di persone; sono visti in maniera semplice, come attraverso gli occhi dell’uomo nella strada. C’è una cosa che la fotografia deve contenere, l’umanità del momento. Questo tipo di fotografia è realismo. Ma il realismo non è abbastanza. Ci deve essere la visione. E le due cose insieme possono fare una buona fotografia. È difficile descrivere questa linea sottile dove finisce la materia e inizia la mente”.
- “Gli Americani” è il viaggio di un europeo in un Paese che attraversa per la prima volta. Come quando sei sulla spiaggia e ti tuffi per la prima volta. Ho attraversato 48 stati e scattato 27 mila foto, ma alla fine ne ho selezionate 83. È come guardare un film, perché ogni foto è legata alla successiva e alla precedente. Tanto che ad un certo punto sentii l’esigenza di passare al cinema. Fu un passaggio logico. Dopo tanto tempo trascorso a riprendere immagini statiche e a guardare in un mirino aspettando il momento di scattare si inizia a pensare che vi sia qualcosa di più di un’immagine, prima e dopo. Viene naturale pensare al cinema. Inoltre un film può avere una voce e consente maggiore espressione”.
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