Messa a Fuoco: La Guida Definitiva
Non si può fare a meno nella fotografia, è una tecnica importante e difficile da comprendere quando si inizia, ma più si va avanti più la messa a fuoco diventa un concetto fondamentale da conoscere a memoria.
Se non si mette a fuoco correttamente una foto, il suo risultato sarà sfocato, rovinando così la foto, anche se avevate impostato i parametri di scatto alla perfezione. Questa guida definitiva vuole farti conoscere tutto ciò ce è necessario sapere sulla messa a fuoco in modo da riuscire dopo questa lettura a mettere correttamente a fuoco le tue immagini e scattare fotografie nitide.
Partiamo dall’inizio.
Come funziona la messa a fuoco?
Cos’è il fuoco nelle foto? Il fuoco nelle fotografie è una determinata regione nella composizione con la particolarità che in quel determinato spazio ci sarà maggior nitidezza che nel resto della foto.
Avete presente quando vedete in una foto un soggetto ma non riuscite a vedere bene i dettagli, per esempio il volto non è perfettamente definito o ancor peggio non distinguete nemmeno le particolarità più grandi? Ecco, questo è il classico esempio di un soggetto non messo a fuoco, quindi non nitido.
Ma dove avviene questo procedimento? Nelle attrezzature moderne avviene di solito all’interno dell’obiettivo, grazie ai suoi elementi in vetro che si spostano avanti e indietro per cambiare il percorso ottico della luce. Seguendo questa supposizione, se spostate fisicamente le lenti più lontano dalla fotocamera, cambierete il piano di messa a fuoco.
Banalmente è lo stesso modo in cui funzionano i tubi prolunga per la macrofotografia
La messa a fuoco può avvenire manualmente o automaticamente.
- Quando si parla di messa a fuoco automatica, la fotocamera grazie al motore interno sposta gli elementi dell’obiettivo in modo da cambiare la messa a fuoco e impostarla nel miglior modo una volta selezionato il piano desiderato
- Nel caso della messa a fuoco manuale invece bisogna girare con le proprie mani la ghiera sull’obiettivo trovando il nostro piano preferito.
Agli inizi le lenti erano solamente per una messa a fuoco manuale, l’autofocus è stato inventato solamente nel 1977.
Messa a fuoco manuale o automatica?
Difficile dirlo, i sistemi di messa a fuoco recenti utilizzano un motore interno all’obiettivo per far spostare gli elementi di vetro in modo da poter mettere a fuoco il piano indicato nell’otturatore o in live view, sicuramente è un sistema molto veloce e a seconda della fotocamera molto preciso. Molto utile bisogna ammetterlo.
Dall’altra parte abbiamo la creatività e inventiva che solamente la manuale può darti, giochi divertenti con la nitidezza a seconda delle situazioni che la fotocamera non è in grado di riconoscere.
Quale viene utilizzato più di tutti? Non date retta ai pareri dei singoli, fidatevi delle statistiche, e per ora sono 40 e 60. In una nostra indagine, abbiamo chiesto a 100 persone, e 60 persone hanno dichiarato di utilizzare la messa a fuoco automatica nelle loro fotografie per comodità.
L’autofocus in molti casi, come per esempio quelli sportivi o naturalisti è praticamente necessario. Visto che i soggetti sono in movimento, un aggancio rapido e preciso della fotocamera è nettamente migliore e più affidabile della nostra mano, ma se si sta fotografando un panorama, in questo caso la messa a fuoco manuale potrebbe essere una buona scelta.
Sopratutto nei casi di scarsa luminosità, la messa a fuoco automatica, sopratutto se la macchina fotografica non è di ultima generazione, sarà difficile da trovare e dovremmo far uso necessariamente a quella manuale.
Quando si usa la messa a fuoco?
Quando si può utilizzare la messa a fuoco automatica?
Non tutti gli obiettivi o fotocamere hanno il motore integrato per mettere a fuoco un soggetto automaticamente, bisogna prestare attenzione quindi in fase di acquisto alle sigle indicate. Per esempio AF è il simbolo che indica il sistema di autofocus all’interno della lente, è indicato al suo lato. Se manca questo simbolo a meno che tu non abbia il motore di messa a fuoco sul corpo macchina lo dovrai effettuare sempre manualmente.
Ma come funziona a livello tecnico? Non vogliamo indottrinarti con spiegamenti scientifici o analizzare in modo troppo scolastico il procedimento, vogliamo farti capire il tutto brevemente. Esistono due principali tipi di autofocus oggi: rilevamento di fase e a contrasto
Rilevamento di fase
La messa a fuoco per rilevamento di fase è un sistema che utilizza un sensore autofocus per misurare la distanza tra l’obiettivo della fotocamera e il soggetto da fotografare. In pratica, la fotocamera invia un raggio di luce diviso in due parti, che vengono indirizzate verso i bordi dell’obiettivo. Questi raggi di luce si incontrano poi sul sensore autofocus, che li elabora per calcolare la distanza tra l’obiettivo e il soggetto.
In questo modo, la fotocamera può determinare la quantità di luce necessaria per ottenere un’immagine nitida e precisa del soggetto, regolando di conseguenza la messa a fuoco.
Per utilizzare la messa a fuoco per rilevamento di fase, dovresti impostare il tuo obiettivo sulla modalità di autofocus e scegliere il punto di messa a fuoco sulla fotocamera. La fotocamera poi si occuperà del resto, regolando automaticamente la messa a fuoco per ottenere l’immagine più nitida possibile.
È importante notare che la messa a fuoco per rilevamento di fase funziona meglio con soggetti in movimento, come persone, animali o veicoli, poiché il sistema può seguire il loro movimento e mantenere la messa a fuoco. Tuttavia, se il soggetto è immobile, la messa a fuoco manuale potrebbe essere più appropriata per ottenere la massima nitidezza e precisione.
Rilevamento di contrasto
Questo sistema è molto più accurato e preciso, ma di conseguenza è un procedimento che richiede alla fotocamera un grande numero di dati elaborati, questo significa più tempo per generare la messa a fuoco. Poco indicata quindi se dobbiamo inseguire dei soggetti in movimento come nel caso di una fotografia sportiva, ma certamente nelle foto di paesaggi è la soluzione perfetta.
Come si passa da una modalità all’altra? Nella maggior parte delle fotocamere il rilevamento di fase si attiva quando si mette a fuoco tramite mirino, al contrario quella per contrasto ogni qualvolta si utilizza lo schermo LCD posteriore. Non tutte le fotocamere hanno tutte e due i sistemi, per esempio molte mirrorless hanno un sistema ibrido di messa a fuoco.
Tieni in considerazione che in tutte e due i casi si raggiunge lo stesso punto di messa a fuoco, solo che nel primo caso si ottiene un risultato più veloce ma meno preciso, nel rilevamento di contrasto invece ci mette poco più tempo ma il risultato sarà più accurato.
Meglio contrasto o di fase?
La messa a fuoco a rilevamento di fase e quella a contrasto sono due metodi diversi per ottenere la messa a fuoco in una fotocamera.
La messa a fuoco a rilevamento di fase è un metodo che utilizza il sensore autofocus della fotocamera per determinare la distanza tra l’obiettivo e il soggetto da fotografare. Questo sistema funziona inviando un raggio di luce diviso in due parti, che vengono indirizzate verso i bordi dell’obiettivo. Questi raggi di luce si incontrano poi sul sensore autofocus, che li elabora per calcolare la distanza tra l’obiettivo e il soggetto. Questo metodo è particolarmente utile quando si fotografano soggetti in movimento, poiché il sistema di messa a fuoco a rilevamento di fase è in grado di seguire il movimento del soggetto e mantenere la messa a fuoco.
La messa a fuoco a contrasto, invece, si basa sull’analisi della nitidezza dell’immagine del soggetto. Questo sistema funziona confrontando l’immagine del soggetto attraverso l’obiettivo della fotocamera con una serie di immagini sfocate, e poi cercando il punto in cui l’immagine risulta più nitida. Questo metodo è particolarmente utile quando si fotografano soggetti statici o poco mobili, poiché il sistema di messa a fuoco a contrasto può analizzare l’immagine del soggetto con maggiore precisione.
In generale, la messa a fuoco a rilevamento di fase tende ad essere più veloce e precisa quando si tratta di fotografare soggetti in movimento, mentre la messa a fuoco a contrasto tende ad essere più accurata e dettagliata quando si tratta di soggetti statici o poco mobili. Tuttavia, molte fotocamere moderne utilizzano una combinazione di entrambi i sistemi per ottenere la massima precisione e nitidezza possibile.
Autofocus continuo o singolo?
Prima abbiamo visto le modalità con cui avviene la messa a fuoco, ora analizziamo le due opzioni che puoi scegliere nel caso la stai impostando.
- Autofocus continuo è anche noto nei simboli come AI (Canon) e AF-C (Nikon). In sostanza, significa che la fotocamera regola continuamente la messa a fuoco quando si tiene premuto il pulsante di messa a fuoco. Questo è l’ideale quando si fotografa un soggetto in movimento e si tenta di tracciare la sua posizione.
- Autofocus singolo è anche noto nei simboli come One-Shot (Canon) e AF-S (Nikon). In questo caso, una volta che la fotocamera acquisisce la messa a fuoco, non si riadatta fino a quando non si rilascia il pulsante di messa a fuoco e si riprova. Questo è l’ideale quando il soggetto e la fotocamera sono completamente immobili e non è necessario continuare a regolarsi di momento in momento per una corretta messa a fuoco.
Alcune fotocamere recenti hanno anche una terza modalità – Auto Autofocus – che analizza la scena e seleziona automaticamente tra queste due opzioni precedenti.
I nostri consigli sono: Per una fotografia paesaggistica scegli l’autofocus singolo, se invece devi fotografare soggetti in movimento scegli l’autofocus continuo (o dinamico).
Modalità Area
Una parte importante della messa a fuoco è la scelta della giusta modalità dell’area di messa a fuoco automatica . È qui che si indica alla telecamera quale tipo di strategia di autofocus si desidera applicare.
Il sistema di messa a fuoco automatica è composto da punti di messa a fuoco , che corrispondono alle regioni su cui la fotocamera può concentrarsi. Ad esempio, qui ci sono due mappe dei punti di messa a fuoco
Com’è facilmente intuibile, un numero maggiore di punti di messa a fuoco è migliore perché è più facile tenere traccia di un soggetto in movimento quando la tua fotocamera ha diversi punti di messa a fuoco che coprono gran parte dell’immagine. Ma vediamo ora le modalità dell’area di messa a fuoco automatica:
- Messa a fuoco automatica a punto singolo : la fotocamera utilizza un punto di autofocus, ovvero il punto selezionato. Ciò è utile quando la fotocamera e il soggetto non si muovono e non è necessario alcun dispositivo di tracciamento.
- Messa a fuoco automatica dinamica : si seleziona un singolo punto di messa a fuoco per la fotocamera da utilizzare. In questo caso, tuttavia, è in grado di tracciare il soggetto se si sposta in alcuni punti circostanti. Questa modalità area è adatta alla fotografia naturalistica.
- Messa a fuoco automatica 3D Tracking : la fotocamera segue il soggetto mentre si sposta attraverso i punti di messa a fuoco. A differenza della modalità Area AF dinamica standard, non è necessario effettuare una panoramica della fotocamera per mantenere il soggetto il più vicino possibile al punto originale selezionato. Questo è anche un bene per la fotografia naturalistica, sebbene non sia sempre così veloce o preciso come la più semplice modalità Area AF dinamica.
- Autofocus area di gruppo : la fotocamera utilizza contemporaneamente più punti di autofocus, generalmente cinque. Assegna a tutti una uguale priorità e si concentra sull’oggetto più vicino che si trova su uno dei cinque punti. Questo è utile per situazioni di autofocus difficili, come un uccello che si muove velocemente in volo.
- La messa a fuoco automatica dell’area automatica: quando la fotocamera esegue automaticamente la scansione della scena e decide sul soggetto (spesso l’oggetto più vicino alla fotocamera o un viso).
Pulsante Af-On
Per impostazione predefinita, la maggior parte delle fotocamere esegue il fuoco automaticamente quando si preme il pulsante di scatto a metà corsa. Anche se questa è una caratteristica interessante, ci sono momenti in cui vorrai che le due azioni – messa a fuoco e scattare una foto – siano separate l’una dall’altra. La maggior parte delle fotocamere consente di eseguire questa operazione assegnando la messa a fuoco a un pulsante diverso, spesso chiamato AF-On, e rimuovendolo dal pulsante di scatto. Questo è anche chiamato “pulsante di messa a fuoco“.
AF-On è esattamente come premere a metà il pulsante di scatto, ma è solamente in una posizione diversa.
Come mettere a fuoco una foto?
La messa a fuoco è un’operazione fondamentale in fotografia, che consente di ottenere immagini nitide e dettagliate. In questa guida, spiegherò come mettere a fuoco una foto in modo corretto, utilizzando le tecniche e gli strumenti disponibili nella maggior parte delle fotocamere.
- Scegliere il punto di messa a fuoco: la prima cosa da fare è scegliere il punto di messa a fuoco sulla fotocamera. Questo dipende dal tipo di soggetto che si vuole fotografare e dalla composizione dell’immagine. Molte fotocamere consentono di selezionare manualmente il punto di messa a fuoco, utilizzando i tasti o il touchscreen sulla fotocamera.
- Impostare la modalità di messa a fuoco: molte fotocamere offrono diverse modalità di messa a fuoco, come la messa a fuoco manuale, la messa a fuoco automatica, la messa a fuoco a rilevamento di fase e la messa a fuoco a contrasto. La modalità da utilizzare dipende dal tipo di soggetto e dalle condizioni di illuminazione. Ad esempio, la messa a fuoco a rilevamento di fase è più indicata per soggetti in movimento, mentre la messa a fuoco a contrasto è più indicata per soggetti statici.
- Verificare la messa a fuoco: una volta impostata la modalità di messa a fuoco, è importante verificare che l’immagine sia nitida e dettagliata. In molte fotocamere, è possibile ingrandire l’immagine sullo schermo per controllare la nitidezza dei dettagli.
- Regolare l’apertura del diaframma: la regolazione dell’apertura del diaframma può influire sulla profondità di campo dell’immagine e sulla nitidezza del soggetto. In generale, un’apertura più ampia del diaframma (numero f/ più basso) consente di ottenere uno sfondo sfocato e di mettere in evidenza il soggetto, ma può ridurre la nitidezza dell’immagine. Al contrario, un’apertura più stretta del diaframma (numero f/ più alto) consente di ottenere una maggiore profondità di campo e una maggiore nitidezza dell’immagine, ma può rendere lo sfondo più nitido e meno sfocato.
- Utilizzare il focus peaking: molte fotocamere dispongono di una funzione chiamata “focus peaking”, che consente di evidenziare i dettagli più nitidi dell’immagine. Questa funzione è particolarmente utile per la messa a fuoco manuale, poiché consente di individuare con precisione il punto di messa a fuoco.
- Utilizzare il pulsante di scatto a metà corsa: molte fotocamere dispongono di un pulsante di scatto che può essere premuto a metà corsa per attivare la messa a fuoco. Questa funzione consente di mantenere la messa a fuoco sul soggetto anche quando si muove o si sposta all’interno dell’inquadratura.
Conclusione
La messa a fuoco è uno dei concetti nella fotografia molto difficile da capire, ma da solo può cambiare il senso totale dello scatto concentrando l’interesse in determinati punti. L’utilizzo del fuoco non viene solo per rendere nitida una determinata area, ma anche per giochi creativi con le composizioni oltre all’utilizzo della regola dei terzi.
Guarda per esempio con l‘effetto bokeh che effetto speciale si può dare alle nostre fotografie.
Hai capito ora? Hai qualche domanda? Lasciala nei commenti! Ti risponderemo il prima possibile!