Intervista a Franco Cappellari: Fotografo e Viaggiatore
Di solito in questa rubrica ospitiamo giovani fotografi emergenti, ma nel caso di Franco Cappellari leviamo il cappello e vi presentiamo un fotografo che ha realizzato più di 100.000 foto, che ha ricevuto più di 13 premi nazionali e internazionali e collabora con le testate giornalistiche più importanti come Nikon Italia e National Geographic.
Ciao Franco, grazie per aver partecipato a questa intervista. Possiamo dire che sei un veterano della fotografia e oltre a farne una tua passione stai cercando di far allargare quest’interesse ai fotografi che seguono il tuo stesso interesse tramite i Viaggi Fotografici che organizzi. Ultimo nelle Gran Canarie e Langhe piemontesi per poi passare dall’Argentina al Cile. Siamo sempre stati attratti dai viaggi fotografici, cosa si prova a partire con altre persone?
È un’esperienza fantastica, i miei allievi rimangono inaspettatamente entusiasti durante i miei viaggi rendendosi conto di quanto possa essere utile confrontarsi in gruppo sotto la guida del tutor.
Fare un viaggio fotografico vuol dire trascorrere tutto il tempo praticando e condividendo il
proprio hobby con compagni di viaggio che raccontano le proprie esperienze e mettono in pratica le loro tecniche. È un confronto continuo, anche mentre si cena! Di solito nei classici viaggi turistici, il cliente che perde molto tempo per scattare delle foto viene guardato con noia dagli altri partecipanti, come se fosse un diverso, quasi uno scocciatore. Nei miei viaggi siamo tutti follemente appassionati e quindi nessuno è diverso. Ho anche creato un gruppo Facebook riservato riservato agli allievi che negli anni hanno partecipato ai miei workshop, dove è possibile postare le proprie immagini e ricevere commenti e consigli,
oltre che dal sottoscritto anche da tutti gli altri iscritti. Condividere le foto e poterne discutere con altri amici che hanno la tua stessa passione, è un esercizio che consiglio sempre a tutti, in quanto ti da la possibilità di crescere e di ampliare gli orizzonti fotografici.
2) Oltre ad avere una grande passione per la fotografia pensiamo bisogna essere portati socialmente per intraprendere questo tipo di lavori, condividere con altre persone anche 15 giorni non pensiamo sia facile.
Ti è mai capitato qualche episodio divertente? O peggio, ti sei mai trovato in difficoltà in qualche viaggio?
Gestire un gruppo di persone non è mai semplice, a maggior ragione se lo fai durante un viaggio fotografico. Fortunatamente i miei “allievi” sono persone abituate a viaggiare, ed essendo amanti della fotografia, sono anche pronti a sacrificarsi per questa splendida arte. Le alzatacce sono all’ordine del giorno, così anche le lunghe notti al freddo in attesa, ad esempio, dell’aurora boreale. Va da se che qualche battibecco può capitare, ma la cosa divertente è che quando siamo intorno ad un tavolo per la cena o il pranzo tutte le divergenze si appianano.
3) Tra le prossime mete vediamo anche una meta come lo Sri Lanka, uno dei luoghi del pianeta dove solamente i colori del paesaggio esprimono emozioni. Cosa ricerchi in una fotografia? Cosa vuoi raccontare a chi guarda le tue foto?
La mia fotografia è sempre stata caratterizzata da un unico filo conduttore: curiosità e tecnica abbinate alla ricerca, all’intuizione, alla creatività nelle realizzazioni. Una fotografia che comunque non può prescindere dal rapporto umano, che mi porta a scattare una foto ad una persona innanzitutto per il contenuto, poi per la tecnica. Ecco perché sono molto coinvolto da quello che faccio quando fotografo,
prediligendo sempre un rapporto emotivo. Intendo la fotografia come un’arte.L’arte di esprimersi anche attraverso immagini semplici, di luoghi comuni, di oggetti quotidiani, di persone a noi care. Una fotografia che non ricerca l’effetto sorprendentemente teatrale ma che per questo si fa apprezzare.
4) Sei praticamente sempre in viaggio, una vita in zaino, un vero e proprio Photo Travel, in molti ti definiranno fortunato, noi al contrario vogliamo chiamarti coraggioso. Coraggioso perché nella società moderna hai deciso di metterti in gioco come freelance (ottenendo clamorosi risultati). Qual è la differenza per un fotografo lavorare da solo o per un’agenzia che gli pianifica la giornata lavorativa? Non è una sorta di cappio alla creatività?
È proprio come dici tu, i più mi ritengono un fortunato, e per certi aspetti lo sono in quanto fotografia e viaggi sono le mie più grandi passioni, e riuscire a farle diventare il mio lavoro è stato davvero incredibile.
Ma dietro questa facciata dorata ci sono anni ed anni di sacrifici. Tornando all’altra parte della domanda, il lavoro da dipendente, poteva darmi sicuramente maggiori certezze, anche sotto l’aspetto economico, ma non faceva per me, mi sarei sentito in gabbia ed avrei rischiato di dover fare per tutta la vita un lavoro che non avrebbe soddisfatto.
5) Giappone, New York, Cuba, Islanda, qual è il luogo dove hai lasciato il cuore? Il posto che ti ha trasmesso più emozioni?
Tra le domande che mi hai posto, questa è quella a cui faccio davvero “fatica” a rispondere. Dovendo farlo scelgo il Giappone uno dei luoghi più affascinanti al mondo, un viaggio nel paese del sol levante è un’esperienza profonda in una cultura unica, un mondo a sé dove tradizione millenaria e modernità si incontrano e convivono in perfetta armonia.
6) Dall’apparenza sembri un fotografo vecchio stile, ma gestisci una tua pagina Facebook da 13 mila seguaci. Cosa ne pensi dell’arrivo dei Social Network nella fotografia? Un social come Instagram ha rovinato o migliorato il mondo fotografico?
L’avvento dei social non ha rovinato il mondo della fotografia, ma l’ha radicalmente cambiato. Detto questo mi sono adeguato anch’io a questa nuova situazione, ma senza grandi problemi, in quanto anche se oggi un pò tutti si sentono fotografi, alla fine del gioco e sempre la professionalità a pagare.
7) Sei riuscito a fotografare l’aurora boreale. Quanto è stato difficile? Cosa si prova in quel momento? Riesci ad essere vigile e cinico nel prendere la macchina fotografica o hai pensato di “goderti il momento”?
Questo è un punto molto acceso tra i fotografi, quando si trova davanti un panorama del genere bisogna avere la forza di “continuare il proprio lavoro” piuttosto che godersi il momento con la consapevolezza che potrebbe non tornare più. Come li vivi questi momenti?
Ho fotografato l’aurora boreale più volte, le difficoltà da affrontare per tornare a casa con degli ottimi scatti ci sono sicuramente, ma conoscendo come comportarsi, sono facilmente superabili. Sono il vento ed il freddo le vere insidie in queste situazioni. L’ aurora boreale è uno spettacolo di rara bellezza che la natura ci regala, e che ci lascia a bocca aperta. È difficile anche per un fotografo decidere se continuare ad ammirare uno spettacolo a dir poco unico, o montare la reflex sul cavalletto ed iniziare a scattare. Alla fine prevale la
fotografia, in fondo se siamo in questi posti, il più delle volte anche non facilmente raggiungibili, è proprio perché vogliamo immortalare questa rappresentazione della natura.
8) Qual è il tuo kit fotografico da viaggio?
Solitamente è questo:
- D 850
- D500
- Nikkor AF-S 14-24mm f/2.8 G ED
- NIKKOR 24-120mm F/4 G ED VR, AF-S
- Nikkor 70-200 mm f/2.8E FL ED VR
- Nikkor AF-S Fisheye NIKKOR 8-15mm f/3.5-4.5E ED
- flash Nikon SB-900
- oltre a cavalletto, batterie di ricambio, schede, filtri, PC e accessori vari
- Nikkor AF-S 500mm f/4 G ED VR
- moltiplicatore di focale Nikkor AF-S TC-14E III se sto partendo per un safari.
9) Come vedi la fotografia tra 10 anni? Avrà cambiato di nuovo forma? Ed approposito, è migliorata o peggiorata in questi anni tu che hai vissuto il cambiamento nella veste da professionista.
Nella mia vita professionale ho vissuto il progressivo passaggio dall’analogico al digitale che ha compiuto una rivoluzione di ampia portata sul mercato della fotografia. Se tutti sono diventati fotografi è perché i mezzi a disposizione permettono all’utente di fare tutto da solo, con facilità e con risultati che non deludono le aspettative. Rimane il fatto che per costruire immagini perfette anche in ambito professionale, tutto questo non è sufficiente, è necessaria la conoscenza del mezzo ad altissimo livello, pari a quella dedicata all’uso della macchina fotografica analogica, e ricordare che dietro la macchina fotografica c’è
sempre un uomo, ed è proprio lui fare la differenza. Tra 10 anni cambierà sicuramente molto sotto l’aspetto tecnico, ma l’elemento umano sarà sempre al di sopra di tutto.
10) Quest’ultima domanda è un must di Fotografia Moderna, Franco Cappellari come vive la sua vita, in bianco e nero o a colori?
Assolutamente a colori.
Grazie mille Franco per aver partecipato a questa intervista, quando avrai dei viaggi da raccontare saremo
qui ad aspettarti!
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